CIAK IN SCENA! Quattro conferenze sul rapporto cinema e teatro – Pesaro Capitale Italiana della Cultura 2024

Scritto da il 6 Gennaio 2024

CIAK IN SCENA! è il titolo di quattro conferenze sul rapporto cinema e teatro inserite nella programmazione di Pesaro Capitale Italiana della Cultura 2024, e che si terranno nella Sala Rossa del Comune di Pesaro. L’evento culturale  è curato dal regista e sceneggiatore Federico Ciceroni  e dall’autore e critico cinematografico Paolo Montanari con il patrocinio del comune di Pesaro, il sostegno della Società Operaia di Mutuo Soccorso di Pesaro,  l’Unione Nazionale Cavalieri d’italia sez. di Pesaro, il CIF comitato comunale di Pesaro,  il Museo della Marineria W. Patrignani di Pesaro  e Radio Talpa Media Partner.

Nell’incontro introduttivo del 12 gennaio ore 17 Federico Ciceroni parlando della nascita del cinema evidenzierà quali sono gli elementi in comune con il teatro, ma anche le loro differenze. I primi film furono realizzati ad esempio dalla Edison, erano di fatto spettacoli teatrali  ripresi con la cinepresa. Solo con il tempo il cinema ha trovato un linguaggio proprio.  Ma il legame con il teatro è continuato anche negli anni successivi. Fin dal medioevo al teatro si accusa di falsità, finzione, che agli occhi della chiesa rappresentava il male. Questo  non è accaduto al cinema e agli attori. Nel tempo l’attore rimane costantemente, mentre nel teatro si aggiungono i guanti, gli istrioni. Il recitare tutte le sere per sant’Agostino, Tertulliano  crea sospetto di falsità.  Di contro il mezzo cinematografico è percepito come uno strumento più nuovo e cambiamenti dei tempi e delle concezioni morali.  L’attore cinematografico è percepito come colui che recita in un luogo lontano.  L’attore teatrale non torna alla vita normale, ma si sdoppia in un altra persona. Il cinema è uguale per tutti e ci rassicura. Il teatro ci fa vivere una esperienza unica ogni sera. Vi sono delle affinità fra cinema e teatro  legate all’aspetto  dinamico.  Nel cinema di Melies o nell’espressionismo tedesco di Murnau, troviamo il teatro. E vi sono stati registi come Bellocchio, OLMI, Martone che si sono rivolti all’esperienza teatrale e Ingmar Bergman che nel film “Vanità e affanni” riprende il monologo di Macbeth.
KENNETH BRANAGH. SHAKESPEARE AL CINEMA
Nel secondo incontro del 17 gennaio ore 17 verrà presentato un regista irlandese Keneth Branagh, proveniente dalle scuole teatrali irlandesi e inglesi, è divenuto l’allievo di Laurence Olivier e della scuola di teatro inglese con uno sguardo fisso sull’attore e che troverà sviluppo anche nel cinema anglosassone. Il passaggio al cinema per  Branagh  avviene nel 1989 con Enrico V di Shakespeare e poi nel 1996 con Hamlet. Nel 2016 fa parte come attore al film Macbeth, e in seguito in Racconti d’inverno e Romeo e Giulietta .
BRANAGH FRA SHAKESPEARE  E NOLAN
Nel suo ultimo periodo Branagh ha continuato a lavorare su Shakespeare,  ma un regista inglese innovativo Christopher Nolan lo ha voluto in due film diversi fra loro e in Tenet ha interpretato il ruolo del cattivo.
POLANSKI E HITCHCOCK DUE GENI RIBELLI IN UNA STANZA
Il 24 gennaio ore 17  verranno messi a confronto due GENI, Hitchcock  il cinico regista che si orientano alla percezione del rapporto di coppia  e al film dei suoi prodigiosi fuori campo LA FINESTRA SUL CORTILE e a Polanski che al contrario si confronta con un mondo nel quale non si possono fare alcune condizioni di certezza.   In Polanski vi è una identicazione con l’eroe e l’ambiguità fra la percezione reale e soggettiva di misteri  In CARNAGE i suoi eroi escono autosconfitti e si distruggono fra loro.
LUIGI PIRANDELLO  UN DRAMMATURGO SULLO SCHERMO
Il 26 gennaio alle ore 17 sempre nella Sala Rossa verrà affronta il tema controverso e ambiguo di Pirandello e il cinema. Dal suo primo film del  1916 SI GIRA, fino al capolavoro di l’Herbier IL FU MATTIA PASCAL, vede Pirandello difensore di un arte innovativa,  poi con l’avvento del sonoro vi è un suo dietro front perché si accorge come il cinema possa  mettere in pericolo l’esistenza del teatro. Una vita difficile e di rinunce quella di Pirandello per amore del teatro.
Paolo Montanari
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