“Ritratti d’autore – Letture e passioni da condividere” – dal 9 marzo al 13 aprile, ore 21 – Cinema teatro Astra – Misano Adriatico

Scritto da il 15 Febbraio 2018

Parte venerdì 9 marzo, sotto la regia di Gustavo Cecchini, l’undicesima edizione di RITRATTI D’AUTOREletture e passioni da condividere. Libri come bussole per orientarci in un confuso presente. Sei imperdibili appuntamenti dove protagonisti saranno i personaggi, le storie, gli intrecci, le parole, le frasi, le emozioni.

Apre, venerdì 9 marzo, NUCCIO ORDINE con DON CHISCIOTTE di Cervantes. Capolavoro della letteratura mondiale, Don Chisciotte inaugura la grande stagione del romanzo moderno. Scritto con l’intento di parodiare i libri di cavalleria, narra le gesta di un nobile hidalgo spagnolo, idealista e folle, e del suo fido scudiero Sancho Panza, dal tenace e realistico buon senso. Sul filo di vicende grottesche e sconclusionate dominate dall’animo visionario del protagonista, i due vanno verso “un destino di sconfitta e di smentita”. Ma dietro una realtà disincantata e triste, permane nel romanzo un sorriso di saggezza, che guarda a tutte le illusioni con animo sereno, non ripudiandone nessuna, perché tutte sono proprie dell’uomo.

Il venerdì successivo, 16 marzo, con PIETRANGELO BUTTAFUOCO è di scena CYRANO DE BERGERAC di Edmond Rostand .L’opera ha per protagonista uno dei personaggi più celebri e amati nella storia del teatro, il fiero guascone Cyrano de Bergerac, l’eroe di grandi e temerarie imprese e di un infelice amore. Cyrano incarna i veri travagli dell’adolescenza: un difetto (il naso) lo rende insicuro, brutto, incapace di aspirare all’amore corrisposto e, quindi, eterno amico e confidente della bella Rossana. Ma non è un uomo remissivo, ha voglia di spaccare il mondo, o bianco o nero, nessun compromesso, nessuna ipocrisia. E’ un romantico, un appassionato, un grafomane, un poeta. In una parola: un adolescente nel corpo di un adulto.

Venerdì 23 marzo salirà sul palco dell’Astra SILVANO PETROSINO accompagnato dall’attrice Alessia Canducci con LA LEGGENDA DEL GRANDE INQUISITORE di F. Dostoevski. Millecinquecento anni dopo la sua morte, a Siviglia, Cristo torna sulla terra. Cammina per le strade della città spagnola dove, alla presenza di tutti i cittadini, il cardinale Grande Inquisitore sta consegnando al rogo un centinaio di eretici. Il suo arrivo è silenzioso, eppure il popolo lo riconosce, lo circonda, è pronto a seguirlo. Ma in quel momento il Grande Inquisitore attraversa la piazza, si ferma a guardare la folla, incupito. Poi ordina alle sue guardie di catturare Cristo e rinchiuderlo in prigione. Nell’oscurità del carcere, il vecchio e potente ministro della Chiesa pronuncia contro il Messia un fortissimo atto d’accusa, condannandolo a morte. In questo episodio, dalla dignità autonoma, dei Fratelli Karamazov Fëdor Dostoevskij afferma il proprio pensiero filosofico-religioso: la libertà dell’essere umano si basa su una fede senza dogmi e miracoli, senza gerarchie e autorità, contrapposta alla dottrina che in nome di un mandato superiore e indiscutibile sottrae agli uomini la consapevolezza di sé e il libero arbitrio.

Sarà IVANO DIONIGI venerdì 30 marzo, a presentare il DE RERUM NATURA di Lucrezio. Scomparso per secoli dalle biblioteche di letterati e sapienti ostili alle tesi epicuree, e riscoperto solo in pieno Rinascimento grazie a un umanista che ne rinvenne una copia in un monastero tedesco, il “De rerum natura”, poema filosofico in esametri composto da Lucrezio nel I secolo d.C, è un unicum nella storia della letteratura e del pensiero antico. Ispirato alla tradizione greca di poemi didascalici oggi andati perduti, il “De rerum natura” è al contempo un’opera letteraria ricca d’immagini evocative, invenzioni linguistiche, picchi lirici e passaggi avvincenti, quali la celebre fenomenologia dell’amore e la toccante descrizione della peste di Atene. Il capolavoro di Lucrezio è anche un viaggio iniziatico attraverso gli insegnamenti del maestro Epicuro. Solo conoscendo i principi che regolano la natura e l’uomo, infatti, il saggio potrà raggiungere l’unico traguardo davvero ambito: la prospettiva di prezioso distacco da cui contemplare le cose, libero dai travagli di ogni giorno, con la gioia e il sollievo dell’uomo salvo sulla riva che fissa lo sguardo sul mare in tempesta.

venerdì 6 aprile con PIERO BOITANI è di scena l’ODISSEA di Omero. Se c’è una storia capace di concentrare in sé tutta la complessità dell’animo umano, la sua dimensione avventurosa e il senso più profondo del suo mistero, questa storia è indubbiamente l’“Odissea”. Il poema omerico è l’opera che più ha influito sulla psicologia e sulla letteratura europee: senza il racconto omerico Cervantes, Defoe, Stevenson, Kafka, Joyce non avrebbero scritto i loro capolavori. È il poema epico al quale l’Occidente ha affidato il senso più profondo della ricerca, del viaggio, della fantasia, del sogno, della lucidità, dell’ironia, della maschera, dell’infinita capacità di metamorfosi: esso riveste una posizione preminente e un’importanza senza eguali nella formazione dell’identità occidentale.

Chiude, venerdì 13 Aprile Il filosofo SALVATORE NATOLI con IL DISAGIO DELLA CIVILTA’ di Sigmund Freud. Libro tragico, nato in circostanze storiche e personali eccezionali, all’indomani di laceranti conflitti nel movimento psicoanalitico, all’ombra dell’ascesa al potere di Hitler e del drammatico disfacimento della Repubblica di Weimar, nel contesto di una crisi economica internazionale e di dinamiche collettive inquietanti, “Il disagio nella civiltà” è uno dei testi freudiani più complessi e controversi. In esso le istituzioni della cultura umana vengono passate al vaglio della decifrazione analitica, che ci mostra il precario equilibrio delle relazioni tra individuo e civiltà continuamente messo a rischio dal conflitto inconscio interno all’individuo, dal sentimento di colpa che tale conflitto produce e dall’aggressività distruttiva che lo accompagna. Freud fa cosi emergere il paradosso di una civiltà che, formatasi per assicurare agli uomini sicurezza e protezione, li ha invece messi in condizione di distruggersi; di una cultura che, lungi dallo strapparli alle feroci necessità della natura, ha consentito loro di infliggersi sofferenze enormi. Freud ci parla della morte iscritta al cuore della nostra psiche e del senso della vita, della lotta inevitabile e dei costi della rinuncia, della colpa e dell’addomesticamento delle pulsioni, della sublimazione e dei suoi limiti, della precarietà – infine – di qualunque cultura e identità.

Tutti gli incontri si terranno presso il Cinema – Teatro Astra con inizio alle ore 21,00.

Ingresso libero sino ad esaurimento posti. Info. 0541-618484 – website: www.misano.org


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