PAPA FRANCESCO – LAUDATO SI’
L’Enciclica rivoluzionaria che cambierà il mondo?
Relatori: Benito Fusco (Frate Servo di Maria) – Piergiorgio Morosini (Magistrato del C.S.M.)
Coordina: Gabriele Paci (La Voce Multimedia) – Raffaele Bersani legge “Il Cantico delle Creature”.
MERCOLEDI’ 11 NOVEMBRE ORE 20,45 – CENTRO CULTURALE POLIVALENTE DI CATTOLICA
(piazza della Repubblica) – Ingresso libero
La conferenza sarà trasmessa in diretta su www.radiotalpa.it e successivamente su podcast.
Un grande evento per riflettere sui temi della fede, sul ruolo di una Chiesa moderna e sulla giustizia sociale. Il religioso “tutore della fede“, il giudice “tutore laico delle leggi”, il giornalista “esperto di vicende vaticane”. “Il Cantico delle Creature”, conosciuto anche come “Il Cantico di Frate Sole e Sorella Luna”, letto nel testo originale (italiano volgare) e nella versione in italiano moderno. “Il Cantico” è la prima poesia scritta in italiano. Il suo autore è Francesco d’Assisi che l’ha composta nel 1226.
Contrasti e complotti.
La recente “battaglia” nel Sinodo ha dimostrato da una parte la determinazione di Papa Francesco, ma dall’altra la forza della consevazione (fino ad arrivare a complotti delegittimanti) di una grossa parte delle gerarchie ecclesiastiche nel contrastare la modernità chiesta dal Pontefice. Alla fine, nonostante tutto, Bergoglio è riuscito a dare un timido scossone, uscendone parzialmente vincitore. Ma la strada è ancora lunga.
Un inno di meraviglia diventa il grido di allarme più alto sulle ferite del pianeta e sull’urgenza di un’ecologia integrale.
L’Enciclica: “E’ la seconda Enciclica di papa Francesco, ma è la più attesa, anche perché questa volta scritta interamente di proprio pugno e non mutuata dal pontefice predecessore. I mass media l’hanno definita l’Enciclica green, in realtà mette al centro anche i temi dell’economia, denunciando lo scandalo del miliardo e mezzo di persone che vivono sotto la soglia di povertà, quella che Jorge Mario Bergoglio chiama da tempo: miseria globalizzata.
Papa Francesco riconosce, infatti, un legame inscindibile tra custodia del creato e promozione della giustizia: sono i poveri a subire le più drammatiche conseguenze dello sfruttamento insensato delle risorse del pianeta, della desertificazione, della scarsità e dell’avvelenamento delle acque, della espropriazione di terre coltivabili, dell’inquinamento atmosferico e dell’iniqua distribuzione di materie prime”.
Papa Francesco, il pontefice Pastore e Profeta che vuole incontrare la modernità.
Eugenio Scalfari: “Bisogna rileggere il ‘Cantico’ di Francesco d’Assisi, che proprio in questa rilettura papa Bergoglio ha posto come titolo della sua Enciclica. Esso illumina tutto il documento del Papa, spiega perché Bergoglio ha preso il nome di Francesco che non era mai stato usato nei duemila anni di storia della Chiesa e soprattutto dà significato e risposta ad una domanda che molti, fedeli e non fedeli, si sono posti: perché mai papa Francesco dedica la sua Enciclica all’ecologia? Non ci sono altri problemi assai più pressanti e drammatici in questi tempi oscuri che stiamo attraversando?
Certo che ci sono e papa Francesco li affronta uno dopo l’altro in tutta la loro pienitudine, cominciando da quello della povertà, dall’emigrazione di interi popoli ormai senza terra, dalle guerre che dilaniano il mondo, dall’imperante egoismo, dall’intollerabile diseguaglianza economica e sociale.
Lui non si rivolge soltanto ai cristiani ma a tutti gli uomini che Dio ha creato con la terra affidando essi alla terra e la cura della terra a loro, cioè a noi”.
Francesco e i suoi nemici.
Marco Travaglio: “Papa Francesco ha trovato in Vaticano, in curia e nella Chiesa gerarchica in generale una situazione talmente incancrenita e degradata dai continui scandali da farmi pensare che abbia fatto per il momento il massimo che gli era consentito. All’inizio anch’io volevo vedere fino a che punto si trattava solo di marketing e dove invece iniziava la vera sostanza. Dopo la rimozione di personaggi come il cardinale Bertone, ho capito che faceva sul serio. Le nuove figure che ha nominato allo Ior sono figure di discontinuità. Anche le prassi che sono state seguite nella collaborazione con la magistratura in tema di riciclaggio, per esempio, sono in controtendenza rispetto allo sbarramento che c’era prima e che faceva del Vaticano uno dei più impenetrabili paradisi fiscali nel cuore dell’Europa”.
Francesco e la chiesa monarchica.
Don Alessandro Santoro, suor Stefania Baldini, suor Antonietta Potente: “E’ vero che nella Chiesa non sembra vi siano stati cambiamenti rilevanti, ma non può essere altrimenti visto che la Chiesa vive in sé stessa una contraddizione insanabile. Il punto focale di questa contraddizione è che la Chiesa è stata, e continua ad essere, una struttura monarchica, gerarchica rigida, poco capace nella sua autoreferenzialità di mettere in discussione sé stessa e i problemi che soffocano le vite di tante persone. Le monarchie possono avere un sovrano buono o tiranno ma comunque sempre un re, questo significa che c’è un’esclusione e sudditanza di fondo che non permette la partecipazione di tutti”.
L’antimafia di Francesco.
Gian Carlo Caselli: “Mi preme sottolineare alcuni interventi del papa che costituiscono altrettante significative novità nell’atteggiamento della Chiesa rispetto a temi a cui ho dedicato gran parte della mia vita professionale. Rilevanti componenti della Chiesa (ma anche dela società civile) per lungo tempo hanno sottovalutato la realtà della mafia. Hanno potuto conviverci, senza articolare una reale opposizione. Di qui silenzi, ritardi, paure e collusioni, con conseguente indebolimento della parola profetica della Chiesa: severa nei confronti dell’ideologia totalitaria comunista ma tollerante verso la ‘sacralità atea’ della mafia”.
Il pontificato della misericordia.
Raniero La Valle: “Papa Francesco annuncia e prepara un regno di misericordia, una città dove Dio è misericordia e dove i rapporti umani sono misericordia, e perfino con la terra e gli animali i rapporti (come era con san Francesco) siano di misericordia. Se questo accadesse, ecco che Dio avrebbe fatto una cosa nuova. In questo senso questo pontificato potrebbe essere interpretato non solo come profetico, ma come un pontificato messianico“.
La finta rivoluzione di Francesco.
Valerio Gigante e don Vitaliano della Scala: “Bergoglio continua a ‘bucare’ il video, su questo non c’è dubbio, e i mass media non cessano di accogliere ogni sua mossa come una ‘rivoluzione’. Gli ultimi esempi costituiti dalla promulgazione dell’enciclica Laudato si’ e dal documento preparatorio del sinodo. Rimane il fatto che, considerati in maniera non pregiudiziale, gli atti di papa Francesco non appaiono affatto rivoluzionari. Hanno però un pregio: vengono populisticamente incontro ad una comunità dei fedeli assetata di novità. Sembra esserci credibilità e coerenza nelle parole chiare, semplici incisive, che si accompagnano ai gesti ‘nuovi’ di papa Bergoglio. C’è da sperare che non sia soltanto una squallida – e fino ad oggi ben riuscita – operazione di marketing a favore di una gerarchia della quale, fino a due anni fa, si parlava quasi esclusivamente in relazione agli scandali sessuali e finanziari”.