Le iniziative dello SPAZIO°Z di Radio Talpa in occasione della 45^ edizione di “Cattolica In Fiore”: ven. 28 e sab. 29 aprile (patrocinio del Comune di Cattolica)

Scritto da il 22 Aprile 2017

**Venerdì 28 aprile (mattina e pomeriggio)

IN OCCASIONE DELLA 45^ EDIZIONE DI “CATTOLICA IN FIORE”

MUSICA&FIORI – WORKSHOP DEI COLORI

A CURA  DI VALERIA  BELEMMI (Responsabile Laboratorio di Educazione all’Immagine del Comune di Cattolica)

PROTAGONISTI  GLI  ALUNNI DELLA  SCUOLA  PRIMARIA  DI  CATTOLICA.

Venerdì (mattina e pomeriggio) 28 aprile SPAZIO°Z di Radio Talpa, via Del Prete, 7/A – Cattolica.

In occasione della 45^ edizione di CATTOLICA IN FIORE (27 aprile – 1 maggio) organizzata dal Comune di Cattolica, nello SPAZIO°Z di Radio Talpa (via Del Prete, 7/A – Cattolica) Valeria Belemmi (Responsabile del Laboratorio di Educazione all’Immagine) coordinerà il laboratorio Musica&Fiori. Patrocinio del Comune di Cattolica.

Parteciperanno gli alunni della scuola primaria di Cattolica. Con colori, pennelli, materiali vari… gli alunni creeranno uno spazio colorato di fiori, note, farfalle… e tutto quello che verrà fuori dalla grande creatività dei ragazzi. Il tutto accompagnato dalla musica di Radio Talpa.

Il laboratorio si svolgerà nella mattinata e pomeriggio di venerdì 28 aprile.

Tutti i lavori eseguiti rimarranno in mostra nello SPAZIO°Z di Radio Talpa fino a domenica 7 maggio.

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**Sabato 29 aprile alle ore 17,30

IN OCCASIONE DELLA 45^ EDIZIONE DI “CATTOLICA IN FIORE”

Ritorno alle radici – Le piante spontanee per l’alimentazione e la salute (Aboca edizioni)

Presentazione del libro con gli autori: Sandro Di Massimo e Maurizio Di Massimo

Coordina: Alberto Pancrazi (giornalista)

Sabato 29 aprile alle ore 17,30 – SPAZIO°Z di Radio Talpa (via Del Prete, 7/A – Cattolica) – Patrocinio del Comune di Cattolica

Ingresso libero fino ad esaurimento posti – Diretta radio su www.radiotalpa.it

In un tempo non molto lontano, la maggioranza della popolazione era costretta ad affrontare e risolvere problemi legati alla sopravvivenza quotidiana. Dai racconti dei nonni e dei genitori emergono i ricordi di un passato che pochi rimpiangono: erano gli anni della guerra e della povertà, in cui ci si doveva arrangiare come meglio si poteva.

Al cibo era attribuita una sacralità quasi inviolabile e nessun genere alimentare poteva essere sprecato né privato della sua dignità. Il pane, ad esempio, veniva inciso con il segno della croce e accuratamente appoggiato sul tavolo dalla parte piana: capovolgere una pagnotta o forarla con la punta di un coltello era considerato un segno di cattivo presagio (anche le briciole venivano accuratamente riciclate, evitando di farle cadere per terra). La frutta troppo matura, i residui della pulitura delle verdure o della macellazione degli animali, erano conservati con cura e riutilizzati in maniera creativa.

Per placare i morsi della fame, oltre che a riciclare gli avanzi di cucina, le donne non avevano altra scelta che raccogliere, con ostinata pazienza, funghi, radici, germogli, erbe e frutti selvatici. L’instancabile e costante ricerca di cibo trovava concretezza soprattutto nelle “erbe di campo” che rappresentavano una fonte alimentare sicura e a portata di mano.

Questa “metafisica del cibo” fa riflettere sugli sprechi e sulla “malnutrizione per eccesso” che affliggono le moderne società industrializzate.

Oggi si discute molto sull’importanza di un’alimentazione sana ed emerge la consapevolezza che il confine tra nutrimento e salute è molto sottile e merita una particolare attenzione, soprattutto per quanto riguarda la qualità e la varietà dei cibi presenti sulle nostre tavole.In questo ottica, le erbe selvatiche rappresentano una grande risorsa nutrizionale, infatti oltre ad essere gustose e facili da cucinare, sono una preziosa fonte di fibre, enzimi, vitamine, e fitonutrienti.

Anche se la modesta filiera alimentare delle piante selvatiche non è più di vitale importanza come in passato, trova un terreno fertile nella diffusa sensibilità che si è andata consolidando in questi ultimi decenni nei confronti della Natura in generale e del patrimonio vegetale in particolare. Tale interesse è in crescente espansione e coinvolge persone di diversa età, preparazione culturale ed estrazione sociale, soprattutto per quanto riguarda la riscoperta e la diffusione della fitoalimurgia (la scienza che studia l’impiego delle piante commestibili) e della fitoterapia.

Esistono altri fattori che contribuiscono a giustificare questo fenomeno, primo fra tutti la diffusa sensibilizzazione dell’opinione pubblica per tutto quello che riguarda la cucina e l’alimentazione. Per molte persone queste tendenze rappresentano un mercato redditizio, per altre sono l’espressione di una moda o di una necessità dietetica oppure il motore di una nuova presa di coscienza, di una scelta di carattere etico-ambientale.

Sulla scia di queste tematiche prende vita il libro “RITORNO ALLE RADICI. Le piante spontanee per l’alimentazione e la salute”, di Sandro e Maurizio Di Massimo, edito da Aboca: un’opera di facile consultazione che avvicina i lettori alla conoscenza e all’uso delle piante selvatiche, facilmente reperibili in natura.

Ponendo in primo piamo l’importanza della biodiversità, gli Autori rivolgono una particolare attenzione alle piante spontanee ad uso alimentare e medicinale e ricostruiscono un affascinate universo vegetale alla luce delle antiche tradizioni popolari e delle moderne conoscenze scientifiche.

E’ un itinerario nel mondo dei simboli, delle leggende e delle superstizioni, accompagnati da santi, eroi e personaggi mitologici, dove si riscoprono usanze e antichi rimedi della medicina popolare.

Ma “Ritorno alle radici” è anche un percorso di conoscenza e consapevolezza utile per tutti coloro che vogliono imparare a gestire la propria salute attraverso una corretta alimentazione, incentrata, soprattutto, sull’importanza dei cibi vegetali.

In questo contesto, le piante selvatiche, oltre ad essere gustose e facili da cucinare, rappresentano una grande risorsa nutrizionale e medicinale.

Alcune di esse vengono raccolte a primavera per essere consumate cotte, condite con olio crudo, limone o aceto oppure ripassate in padella con olio o burro. Altre trovano impiego allo stato crudo, da sole o in un’ampia varietà di misticanze.

Radici, germogli e frutti sono sottoposti a ferree regole di raccolta e preparazione. Molte “erbe di campo” come la Cicoria, il Tarassaco, l’Aspraggine, lo Scarpigno, il Caccialepre e la Bardana sono ricercate per le loro virtù depurative, drenanti e disintossicanti, mentre il Timo, l’Origano, la Santoreggia, la Menta, la Mentuccia e il Finocchio sono dotati di proprietà digestive, balsamiche e antisettiche.

Senza dimenticare le erbe e i frutti selvatici ricchi di sostanze antiossidanti, capaci di contrastare l’invecchiamento come l’Aglio, il Rosmarino, la Rosa selvatica, il Corniolo, l’Olivello spinoso, il Mirtillo, la Fragola e il Giuggiolo.

Le piante spontanee sono un patrimonio ereditato dalle generazioni passate, una grande ricchezza biologica e culturale che merita di essere valorizzata a vantaggio di tutti.

Ciò deve avvenire attraverso un “ritorno” ai saperi e ai sapori tradizionali, per scoprire che le piante, oltre che una fonte di nutrimeno, sono dei catalizzatori viventi di miti, simbologie e rituali.

Corredato di numerose e suggestive immagini fotografiche a colori, il libro è costituito da una prima parte a carattere introduttivo e generale, e una seconda che propone le schede di circa 80 piante selvatiche.

Per ciascuna specie vegetale vengono fornite indicazioni aggiornate sugli aspetti botanici, mitologici, storici, antropologici e soprattutto sugli usi alimentari e medicinali.

Il libro offre un aiuto concreto e tanti preziosi suggerimenti pratici su come utilizzare e rendere quindi più salutare, originale e vivace la cucina; uno spazio è dedicato anche alla preparazione domestica di vini, aceti e oli aromatici.

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