Omaggio a Marcello Di Bella a due anni dalla sua scomparsa

Scritto da il 5 Febbraio 2024

Martedì 6 febbraio ore 10.30 ed ore 16.00 su www.radiotalpa.it, Radio Talpa e tutte le persone che hanno avuto la fortuna di conoscerlo ed apprezzare le sue qualità di Persona illuminata rendono omaggio a MARCELLO DI BELLA a due anni dalla sua scomparsa con anche le testimonianze del Saggista Scrittore e Filosofo Enrico Capodaglio ed il Direttore di Radio Talpa Enzo Cecco Cecchini
Marcello Di Bella, un pilastro della Cultura, un uomo appassionato di libri e Biblioteche. Ha passato l’intera vita ad aprirle le Biblioteche, a svecchiarle per farvi entrare i Lettori. Il suo nome resta legato alla Biblioteca Oliveriana di Pesaro, alla Biblioteca di Cattolica, o meglio il Centro Culturale Polivalente che ha letteralmente creato, rivoluzionandone i canoni fino allora in auge, alla Biblioteca Gambalunga di Rimini, ma anche alle rassegne, ai confronti, alle conferenze, con un via vai della meglio Intellighentia Nazionale e non a partire dalla felicissima intuizione del ciclo di incontri ” Che cosa fanno oggi i filosofi? “: una fecondissima stagione culturale “marchignola” tra Cattolica, Rimini e Pesaro , subito dopo gli anni 80 che lo porterà ad essere anche assessore alla Cultura alla Provincia di Pesaro ed Urbino.
Anni fa Umberto Eco (grande amico di Marcello e sostenitore della rassegna Che cosa fanno oggi i filosofi”) nella sua rubrica sul settimanale l’Espresso “La bustina di Minerva”, a proposito delle grandi kermesse di filosofia, letteratura, ecc. fiorite dagli anni 2000 in poi, scrisse: “che tutto cominciò a Cattolica con Marcello Di Bella grazie all’iniziativa sui filosofi”. Nella “piccola” Cattolica ha portato il fior fiore degli intellettuali italiani e non solo, proiettandola tra le eccellenze della cultura.
Martedì 6 febbraio ore 10.30 ed ore 16.00 su www.radiotalpa.it e a seguire il Podcast.


Opinione dei lettori
  1. Marina Ercoles   Di   6 Febbraio 2024 alle 10:58

    Sono pienamente d’accordo perchè io sono tra le fortunate che l’hanno conosciuto e hanno condiviso con lui anni di intenso lavoro e la convinzione che la cultura fosse indispensabile per il miglioramento della qualità della vita di una comunità. Ma occorreva che qualcuno si sacrificasse per gli altri, studiando e lavorando di più per aprire altre porte e finestre alla comunità circostante. Poi il talento e le doti personali, e la capacità di dialogare con il territorio hanno fatto il resto. Così si è creata una nuova sensibilità per la cultura, che diventa pane quotidiano, antidoto contro l’oscurantismo e base della democrazia e della libertà.

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