Inaugurazione scultura “L’abbraccio” di Augusto Gennari – Sabato 21 Aprile
Scritto da il 13 Aprile 2018
“L’abbraccio” ideale e reale con la città
E’ la fusione in bronzo della scultura di Augusto Gennari
Sabato 21 aprile, ore 17, nei giardini di Piazza Roosevelt, di fronte al Municipio, inaugurazione dell’installazione della scultura “L’abbraccio” di Augusto Gennari.
L’artista nato a Misano Adriatico nel 1943, è scomparso il 19 giugno 2013. Il fratello Remo e la moglie di Augusto, Maria Teresa Codovilli, hanno tenacemente voluto ricordarne la sua lunga carriera artistica, donando questa scultura alla città di Cattolica, dove Augusto viveva e lavorava.
L’abbraccio ha una lunga e bella storia. Nasce come scultura lignea, ma verrà allestita dopo il calco con fusione in bronzo. L’originale ligneo si trova presso la Fattoria Eby a Saludecio.
Alla fine degli anni ’90 in seguito alla ristrutturazione dei Giardini di Piazza Roosevelt, gli alberi storici, tra cui il cedro dell’Atlantico (era anche l’albero di Natale), muoiono soffocati per effetto della lastricazione dei giardini. Gli alberi vengono tagliati e poi sostituiti con quelli attuali, tra cui i due ulivi.
Arianna De Nicolò in un articolo di stampa di quegli anni, raccoglieva le parole di Augusto Gennari: “Passeggiavo per le vie del centro quando ho notato gli operai del Comune intenti a tagliare l’albero simbolo della città. Quel tronco era proprio ciò che mi serviva per realizzare un’opera che meditavo da tempo e che si chiamerà L’abbraccio. Avevo già dei disegni preparatori, mancava solo la materia prima. Grazie all’aiuto di un responsabile comunale, che ha subito apprezzato il mio progetto, sono entrato in possesso del tronco, due metri e settanta di tronco che mi serviva a realizzare l’opera. E’ l’evocazione che emana l’albero attraverso il tempo, l’emozione che suscita nelle varie generazioni. Con L’abbraccio vorrei ricontestualizzarlo nel suo spazio reale. … Dentro l’albero deve ricrearsi la vita pulsante di emozioni come figure che lì sotto giocavano ai sentimenti. L’abbraccio ideale con la città, come memoria evocativa e al tempo stesso reale del ciclo di vita della città stessa”.