Con Grant Stovel di Alberta Morning a CKUA RADIO NETWORK – EDMONTON – ALBERTA – CANADA
Scritto da MaurizioB il 26 Novembre 2025
Oggi grazie all’amico Ted ho vissuto qualcosa che resta dentro come una melodia che non smette di girare: la visita agli studi di CKUA Radio Network di Edmonton mi ha toccato nel profondo, ha acceso ricordi e ha seminato nuove idee. Quello che ho visto grazie ai colleghi del Network che ci hanno seguito passo passo, non è solo un luogo di lavoro, è un santuario di suoni dove ogni oggetto racconta una storia e ogni voce è un filo che tiene insieme una comunità. Varcare la soglia degli studi è stato come entrare in una stanza dove il tempo si piega alla musica. Le redazioni si aprivano come stanze di un museo vivente: Infiniti scaffali carichi di dischi centinaia e centinaia di migliaia di ogni genere, che brillavano di polvere e memoria, cassette e registrazioni che custodivano voci di ieri e di oggi. Ogni corridoio sembrava un corridoio di note, ogni porta un invito a sedersi e ascoltare. In quel silenzio carico di attesa, ho percepito la presenza di tutte le trasmissioni passate, come se il passato continuasse a respirare accanto a me. Gli archivi mi hanno parlato con il linguaggio degli oggetti: vinili consumati ai bordi, etichette scritte a mano, bobine che conservano intere stagioni di storie. È un’archeologia radiofonica che non scava ossa ma suoni, che mette in luce frammenti di cultura popolare, interviste dimenticate, performance che hanno segnato generazioni. Sfogliare quegli scaffali è stato come leggere un diario collettivo: ogni disco una pagina, ogni registrazione una frase che si riallaccia a un’altra, tessendo una trama più grande di me e di chiunque abbia mai acceso un microfono. Gli studi, se ne contano a decine e decine, sono piccoli teatri dove la tecnica diventa poesia. Ho visto console che sembrano tavoli da comando di una nave, microfoni che attendono confidenze, cuffie che abbracciano volti concentrati. Il ronzio delle apparecchiature, il click delle manopole, il lieve fruscio di un vinile: suoni che per chi fa radio come me sono come il battito cardiaco del mestiere. In quei pannelli e in quei cavi ho riconosciuto il rito quotidiano della trasmissione: la cura del suono, la pazienza del montaggio, la responsabilità di consegnare una storia al mondo. Incontrare i D.J. è stato il momento in cui la tecnica si è trasformata in calore umano. Ho conosciuto persone simpaticissime, voci che sorridono anche quando non le vedi, colleghi che condividono aneddoti e passioni con la leggerezza di chi sa che la radio è prima di tutto relazione. Quei volti e quelle risate mi hanno ricordato che dietro ogni trasmissione c’è una comunità: persone che scelgono di raccontare, di ascoltare, di creare ponti tra generazioni. La loro simpatia mi ha fatto sentire a casa, come se la radio fosse una famiglia allargata che accoglie chiunque porti una storia da raccontare e io ho cercato di fargli comprendere la mia esperienza a Cattolica con Radio Talpa e a Pesaro con Radio Incontro e di queste due belle città adagiate sul mare Adriatico
Per me che faccio radio, questa visita è stata una carezza e una scossa insieme. Ho visto il passato che alimenta il presente e ho sentito la responsabilità di continuare quel filo. È come se avessi raccolto semi di ispirazione: idee per programmi, nuovi modi di raccontare, la certezza che la radio può ancora sorprendere. Torno al microfono con una consapevolezza più ampia, con la voglia di onorare la memoria e di sperimentare, di mettere in onda non solo suoni ma relazioni, storie che costruiscono comunità.
Porto via con me più di immagini: porto un senso di appartenenza. Ringrazio chi custodisce quegli spazi, chi cura gli archivi, chi accende i microfoni ogni giorno. La promessa che mi faccio è semplice e potente: restituire ciò che ho ricevuto, trasformare l’ispirazione in trasmissione, mantenere viva la cura per il suono e per le persone. La radio che ho visto è un faro; la mia voce può essere una delle luci che continuano a guidare chi ascolta.
Esco da CKUA con la testa piena di melodie, il cuore leggero e le mani pronte a riaccendere il mio microfono. Che questa giornata resti una mappa a cui tornare ogni volta che cerco direzione, e che ogni trasmissione futura porti con sé un frammento di quell’archivio vivo che oggi grazie a Ted ho avuto il privilegio di visitare.
( Maurizio )