Biblioteca di Misano Adriatico: Sfide – I filosofi interrogano il nostro tempo

Scritto da il 11 Gennaio 2021

Sfide: I filosofi interrogano il nostro tempo

 Eventi esclusivamente on-line in DIRETTA sul canale YOUTUBE del Comune di Misano

Prende il via, Venerdì 15 Gennaio, con Salvatore Natoli la rassegna on-line : SFIDE – i filosofi interrogano il nostro tempo.

Quali sono le sfide per l’uomo del XXI secolo? La pandemia che ci ha sorpreso e sconvolto è solo l’ultimo evento di un flusso incontrollabile e continuo. A partire dell’attentato dell’11 settembre tutta la storia dei primi vent’anni del XXI secolo sembra essere caratterizzata da una progressiva scomparsa dei meccanismi  di protezione delle certezze lasciandoci soli in mezzo da una serie di tempeste che si abbattono come ondate successive  sul nostro mondo. E ora un nuovo virus ci ha reso più fragili e insicuri spazzando via tutte le nostre presunte sicurezze. Sconfitti e impauriti ci dobbiamo arrendere all’incertezza? Spesso sentiamo dire “nulla sarà come prima”, ma allora quali meccanismi fondare per una nuova visione del mondo? Su questi interrogativi la Biblioteca di Misano sotto la “sapiente” regia di Gustavo Cecchini, propone, tra gennaio e marzo, quattro incontri in diretta streaming per ascoltare la voce di 5 uomini autorevoli pensatori che cercheranno di orientarci in un tempo di grandi trasformazioni.

L’apertura, Venerdì 15 Gennaio, è con il filosofo SALVATORE NATOLI che terrà una lectio dal titolo significativo: “Antropocene: è un’era alla fine?” La progressiva espansione dell’uomo sulla terra, il suo crescente dominio – fino ad una sorta di ominizzazzione della natura – viene definito antropocene. Se si considera questo processo in relazione alla storia evolutiva della terra, è, certo,  di recente avvio tanto che non si sa neppure se ritenerlo una vera e propria era. Tuttavia, in forza delle mutazioni profonde – e per molti versi irreversibili – che ha immesso nella natura può ben ritenersi tale. Infatti, quel che quest’era ha di singolare è che sembra cominci a finire appena iniziata. A partire dalla rivoluzione industriale, la faccia della terra è mutata con una rapidità mai conosciuta: dall’occupazione degli spazi, all’investigazione della struttura della materia e ad un impiego mai così sperimentato della sua energia. La natura è stata manipolata nel suo dentro, la vita nel suo stesso inizio. Nel contempo un incontrollato sfruttamento energetico ha prodotto CO2, ha aumentato il calore della terra, ha innalzato la superficie dei mari, ha disciolto i ghiacciai apportando disastri ricorrenti e ormai fin troppo noti. Di questo, il Covid2  è, a suo modo, un allarme. Tanti e indiscutibili i guadagni dell’antropocene; altrettanto forti, però, le controfinalità. E allora? E’ inevitabile un movimento verso il collasso, o si possono intraprendere nuove vie senza con ciò rinunciare al meglio che l’antropocene ha prodotto? Le questioni che l’epoca pone sono queste, e la nostra riflessione intende, proprio, confrontarsi con esse.

Il secondo appuntamento, Venerdi 12 Febbraio, sarà con una voce fuori dal coro, il filosofo e poeta MARCO GUZZI che ha scelto, per la sua lectio, un titolo molto forte : “Creare un popolo, per la rivoluzione”. La pandemia entro la quale ci troviamo sta mostrando in modo ancora più evidente le crisi profonde in cui agonizza la nostra civiltà. E’ un grave errore dimenticare che la nostra società planetaria si trovava già prima del Covid in una fase che tante volte abbiamo definito terminale. La sfida odierna perciò credo che consista nel contribuire alla aggregazione di una nuova cultura  che sappia contestare alla radice la struttura suicidaria del neoliberismo dominante. E che sappia però anche riconoscere le matrici culturali, mentali, e spirituali, di questa forma estrema di disumanizzazione tecno-mercantile. Quali possono essere dunque i centri tematici di questa inedita aggregazione? Quale il minimo comune denominatore, che possa unificare tante diverse correnti culturali che comunque denunciano la deriva nichilistica del potere (finanziario, ma anche editoriale, mass-mediatico, e politico) sempre più unitario e omologante?

Sarà l’economista STEFANO ZAMAGNI ad affrontare, Venerdi 5 Marzo, l’attualissimo argomento delle disuguagliaze e ingiustizie sociali. Stefano Zamagni, da anni una delle voci più autorevoli dell’economia italiana, apprezzato in tutto il mondo per aver promosso i principi di una “economia civile”, affronterà il tema cruciale della società contemporanea: la disuguaglianza. Ricordandoci che le disuguaglianze non sono un dato di natura da accettare come qualcosa di ineluttabile, Zamagni analizzerà i principali fattori responsabili del fenomeno distinguendo le cause di natura socio-politica, quelle di natura economico-finanziaria e quelle che interessano la matrice culturale della società, suggerendo poi delle linee guida chiare che mettono l’accento sull’urgenza di superare la concezione individualistico-libertaria dell’azione umana. La sfida che secondo Zamagni siamo chiamati ad affrontare è quella di adoperarsi con coraggio e intelligenza per trasformare dall’interno il modello economico che si è consolidato negli ultimi quarant’anni: il mercato non dovrà più solamente essere in grado di produrre ricchezza, e di assicurare una crescita sostenibile. 

La chiusura, Venerdì 12 Marzo  è affidata a due voci: lo storico FRANCO CARDINI e il senatore RICCARDO NENCINI con una conversazione dal titolo : “Dopo l’Apocalisse. Ipotesi per una rinascita”. Nulla sarà più come prima. Tutto resterà come prima. Due posizioni antitetiche. E due frasi fatte, due luoghi comuni senza significato. La realtà è che il professor Coronavirus ci ha insegnato molte cose. Che credevamo di esser forti e praticamente invulnerabili, mentre siamo deboli e cagionevoli. Che contavamo sulla tecnica che ci avrebbe portato a viver a lungo giovani e sani, e invece è bastato un nuovo esserino microscopico per renderci improvvisamente disorientati e isterizzati. La storia delle pandemie ci racconta tanto, ma non ci dice tutto. Oggi il progresso sta correndo in modo esponenziale, la società si evolve troppo in fretta, è utile cercar d’imparare dal passato ma è più utile ancora immaginare inediti scenari futuri. Il modello turbocapitalista non ha ancora finito di collaudarsi ed è già decrepito. E noi siamo qui. Liberi e soli. Solo che libertà e solitudine in realtà non stanno affatto bene insieme. Inventiamoci i modi per conservare la nostra libertà. Il primo di tutti è trovare il coraggio di battere la nostra solitudine. 

       Diretta streaming sul canale YouTube del comune di Misano Adriatico con inizio alle ore 21,00

Sul canale VIMEO della biblioteca sono disponibili le registrazioni delle rassegne precedenti.


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